Gela, un luogo baciato dal Sole!


Salve, qui presente Davide Carfì, tornato dopo un sacco di tempo.
Beh, dopo la mia assenza prolungata sono tornato, e oggi vi parlerò di un argomento vicino a me: Gela.
Lo scopo del blog, secondo la compagnia creatrice di questo format, era quello di valorizzare questa città, dato che le prime parole che spuntano dalla sua ricerca sono Inciviltà, Immondizia, Delinquenza, e altre parole non molto carine e che, possiamo dire, non spingano qualunque turista a farne una tappa del suo itinerario. Beh, io non posso negare l'esistenza di queste parole nella realtà cittadina gelese, ma posso parlare anche dei punti buoni, i quali potrebbero benissimo mascherare queste brutte parole!
Eschilo. il noto tragediografo greco vissuto a Gela
Iniziamo col dire che la storia di questa cittadina è molto famosa ( paradossalmente non famosa ai locali), come famoso è il suo ciclo di distruzione e ricostruzione perpetuato nella sua storia millenaria a opera dei vari popoli e civiltà abitanti l'intera isola Siciliana, e dintorni ( Bizantini, Arabi, Normanni ecc.). Dalla sua partenza a importante colonia greca, a punto cardine dello sbarco degli Alleati durante la Seconda Guerra Mondiale nell'operazione Husky, questa città ha potuto osservare uno scambio culturale continuo, osservabile da vari fattori, quali il suo stemma ( Aquila Sveva di Federico II,autore della sua prima ricostruzione dopo la sua distruzione a opera della colonia di Agrigento, che sormonta due colonne doriche greche), arrivando addirittura all'accento dialettale ( la fine delle parole strascicata è una vestigia degli antichi Greci). La città presenta la seconda pianura più grande dell'isola,è il quinto comune più grande e con uno sbocco sul mare, ha un museo ricco e ottimi siti archeologici dove sono osservabili i resti delle grandi civiltà che hanno controllato questo territorio, ma tutto ciò non è stato valorizzato a pieno dai suoi abitanti durante la sua esistenza recente.
Il paesaggio di Gela ha subìto forti trasformazioni, e non in positivo, in seguito alla disordinata e abusiva espansione a nord e all'installazione della enorme distesa di impianti e ciminiere del petrolchimico, ma è rimasto ben molto del suo caratteristico paesaggio mediterraneo. Prima che la città si espandesse verso nord, dai due belvedere cittadini di piazza Mercato e del Parco delle Rimembranze era possibile ammirare gli estesi "Campi geloi" intensamente coltivati, soprattutto, a grano e cotone contornati dal profilo dei monti su cui insistono le piccole cittadine di Butera e Niscemi. Tale panorama è oggi godibile solo dalle zone più elevate della città (Piano Notaro). Il panorama gelese che più colpisce per la sua bellezza è quello costiero soprattutto al tramonto descritto da un poeta con queste parole: "una palla di fuoco che coi suoi infiniti raggi fa splendere le onde spumeggianti del golfo, dipinge d'arancio ogni contrada apprestandosi a svanire infondendo calma e meraviglia col misterioso fascino della natura".  
Attualmente, però, l'immensa porzione terriera non è coltivata normalmente dato che in passato ( anni '50 fino ai '90) tutta la manodopera agricola è stata spostata nell' industria petrolchimica da poco introdotta dall' azienda ENI, oltre all' immissione nel golfo di Gela di varie sostanze non proprio salutari. Non essendo un cittadino di Gela, ma un pendolare di Butera, ho potuto osservare solo alcuni elementi che saltano all'occhio a chi viene da fuori, quindi alcune informazioni le ho prese da fonti esterne, come Wikipedia e da testimonianze di gente anziana. Detto ciò, aggiungo che sono uno di quelli che ha voglia di valorizzare questo splendido luogo che è Gela, uno di quelli che consiglia vivamente la visita , e che non ha intenzione di vedere sprofondare questo paese nella decadenza totale. Ho finito, baci e abbracci, e arrivederci.

Commenti

Posta un commento